sabato 23 gennaio 2016

Di che colore è la pelle di Dio?



1 ricordo
(da bambini chissà quanti di noi si sono cimentati con il pongo, quella morbida plastica in barrette colorate che si potevano modellare. Noi provetti scultori,  tentavamo di creare case, alberi, animali, uomini e donne. Ma vani erano i nostri tentativi di creare decenti sculture. Cosi dopo vari tentativi, monta, smonta e rimonta  alla fine le varie barrette colorate diventavano un'unica massa  di un unico colore.. GRIGIO)
2 ricordo
( cantavano alcune epoca fa
Buona notte dissi al mio bambin
Tanto stanco quando il giorno finì.
Allora chiese: "Dimmi, papà,
La pelle di Dio che colore ha?"

Di che colore è la pelle di Dio?
Di che colore è la pelle di Dio?
E' nera, rossa, gialla, bruna, bianca perché
lui ci vuole uguali davanti a sé.

Cantata categoricamente a squarciagola e stonando)





Non guardare il colore della mia pelle

Guardami negli occhi

Cosa ci vedi ?

Non vedrai certo la cattiveria
Ne il rancore per il  male ricevuto

Ci vedrai la speranza
e la voglia d’amore


Grigia è la PELLE di DIO

venerdì 6 novembre 2015

i mostri....

Appare improvviso tra gli alberi, a colui che attraversa il parco.

Mi apparve così improvviso, nel chiarore del mattino, nel primo giorno di lavoro.
Con i suoi colori forti, violenti… arriva come un pugno nello stomaco.
Capeggiano i due terribili mostri..  brutti e fameliciin un insieme che è una denuncia forte e violenta.

Al centro della scena c’è un orribile mostro con tre occhi
e tre mani visibili,
 con l’aspetto di un porco con due enormi canini,
                                                   con la bocca spalancata intento divorare la terra intera,
infatti, con le due mani anteriori tira a se la terra, come un tovaglia apparecchiata, divorando, avidamente, tutto quella che contiene. Tirando a se la terra, porta alla bocca le città intere con la sue popolazioni intenta a fuggire.

Mentre le mani anteriori tirano la terra,
con le altre mani il mostro bombarda le città.

Sono bombe riempite di gas terribili.
Le bolle, che salgono verso il cielo o escono da nubi angoscianti,
addoloranti
      rattristanti    
             irritanti
                  preoccupanti.


 Quelle bolle hanno scritto dentro di loro le formule brute di vari composti che rilasciano con la loro esplosione, esse stanno indicando con quali gas vengono colpite le città,
in esse c’è la formula del metano,
dell’iprite o gas mostarda,
dell’esafluoruro di zolfo ( qui forse ha sbagliato la formula perché questo è un gas inerte, men tre dovrebbe essere la formula del tetrafluoruro di zolfo gas, tossico e corrosivo, che ha una formula molto simile).
dell’anidride carbonica (principale responsabile dell’effetto serra, causa dei mutamenti climatici)
del diossido d’azoto. (gas tossico)

 Dietro le bombe, dietro i gas mortali, dietro le nubi tossiche, tra i fumi velenosi  
una maschera anti gas… a chi servirà?

Il mostro divora la terra per possedere le sue ricchezze nascoste sotto di esse,
distrugge l’umanità per avidità di  denaro e potere, 
infatti nel tirare a se la terra coperta, scopre le sue ricchezze.

Ecco la popolazione, a cui l’autore da la forma della marionetta-pinocchio…
           fuggire...e...e...e….e...e...
dalla desolazione,
dalla paura,
dal deserto,
dalla fame,
                                                dalla morte sicura…

Ecco la popolazione, nella sua fuga vero la salvezza imbarcarsi su barconi insicuri.
Non sono barche con vele per governare il mare e il vento…
Non sono barche con motori potenti per solcare le onde sono imbarcati su brutti barconi in balia di mare tempestoso.

E qui ad aspettare i fuggitivi c’è un altro mostro, dalle sembianze di un enorme squalo.
Il mostro del mare ha la bocca spalancata ed intento ad ingoiare un barcone con tutti i suoi occupanti.
Il mostro divorerà, un ad uno tutti i barconi, essi non hanno via di fuga…
perché non sanno dove andare….

Quello che sto osservando è un lavoro disperato, un opera senza speranza…
          perché i barconi non hanno una meta, 
    fuggono senza avere una terra dove andare,
            non c’è nessuno ad accoglierli,
     non c’è una nuova terra pronta ad ospitarli                     dove non ci sono mostri.

Una fuga della salvezza… senza salvezza.

Chi ricorda i padri pellegrini inglesi che fuggirono in America sulla Mayflower, a causa della persecuzione contro i puritani, o le navi cariche di  ebrei in fuga dall’Europa verso la Palestina.

Fuggivano dall’odio verso una nuova terra…
ad accoglierli nella nuova terra trovarono i pacifici indiani o pellirossa,

che li aiutarono a sopravvivere nel primo inverno nella nuova terra,
che li aiutarono nel costruire la nuova città,
che li aiutarono nel coltivare la nuova terra,
            che li aiutarono nel cacciare gli animale,
che li aiutarono  nel pescare in nuovi mari e nuovi fiumi
che li aiutarono…. ad iniziare una nuova vita lontani dall’odio.

Ma i marionetta-pinocchi fuggono e basta…. non c’è salvezza, non c’è speranza.. c’è solo la disperazione dei fatti

Mi piacerebbe comunque sapere  dall’ autore  (Afromachia, e la firma che compare sull’opera) la scelta di raffigurare gli uomini come delle marionetta dalla sembianze di Pinocchio.

Se la marionetta potrebbe dare l’idea di una popolazione teleguidata da fili invisibile,
che lo cose sono decise a loro insaputa,
che non hanno autonomia
che sono subalterni alla volontà di misteriosi burattinai

così non si può dire di Pinocchio… anzi lui è proprio il

Pinocchio,          taglia i fili della dipendenza,
              i fili che guidano il burattino  e si avventura per il mondo,
                       ribellandosi agli schemi e regole degli adulti e della coscienza collettiva.

Si comporta come fanno molti adolescenti fin dai tempi antichi,
si mettono alle spalle le regole e gli schemi degli adulti, alla ricerca di una propria identità.

Pinocchio paga di persona l’ esperienze positive o negative del suo percorso formativo, così come accade a molti adolescenti nel loro percorso di vita.








pigne secche a portata di mano


Passeggiavo
distratto nella pineta
Lontana era la voce della risacca
Mi sorridevano i funghi e
le pratoline smorfiose si abbronzavano al tiepido sole autunnale.

Un voce , un urlo:
Balena a babordo

Cento voci.
Un comando perentorio:
Uomini ai posti,
scialuppe in acqua.

Una balena azzurra
fugge
cercando riparo
tra i pini

Allibito bombardo le scialuppe con le pigne secche.

 

(Passeggio ascoltando)



Passeggio
Molto lentamente
Correre non posso
Passeggiare quello lo posso fare

Passeggio nel parco
Corre l’amante della natura
Corre l’amante dello sport
Corre l’amante del suo corpo

Corri, corre, corrono, correndo.
Ognuno
con la su bella cuffia.
Musica, musica, musica.
Suono, frastuono, rumore.




Passeggio
I parrocchetti ciangottono
rincorrendosi tra i pini
I passerotti cinquettono
bisticciandosi un mollica
I piccioni tubano
nascosti tra i rami
I bambini ridono  nell’area giochi
Le foglie frusciano
sospinte dalla brezza.
Gli innamorati bisbigliano
tra un bacio e l’altro


Elia
voleva sentire  la voce di Dio
La cerco
Nel crepitio del fuoco.
Nel fragore di una cascata.
Nel rombo del tuono.
Nel boato del terremoto.
Poi si alzò una brezza leggera
la voce di  Dio rimbombò nel silenzio
Nel frastuono di oggi
Nel rumore che ci circonda
Non sentiamo più la voce di DIO
Passeggio
Una donna mi apre…
Anzi
Mi spalanca le sue braccia



Una donna bella
carica di sensualità
ma svanisce
quando notò la sua gravidanza

Quel suo ombelico
che si deforma
diventando un orecchio
ma poi traspare l’ombra di un feto
mi deraglia







Il rumore diventa silenzio
le persone più fragili
vivono
in un terribile isolamento

Corre, corri, corrono
nel parco


(Passeggio  ascoltando)