Appare improvviso tra gli alberi, a colui che attraversa il parco.
Mi apparve così improvviso, nel chiarore del mattino, nel primo giorno di lavoro.
Con i suoi colori forti, violenti… arriva come un pugno nello stomaco.
Capeggiano i due terribili mostri.. brutti e famelici… in un insieme che è una denuncia forte e violenta.
Al centro della scena c’è un orribile mostro con tre occhi
e tre mani visibili,
con l’aspetto di un porco con due enormi canini,
con la bocca spalancata intento divorare la terra intera,
infatti, con le due mani anteriori tira a se la terra, come un tovaglia apparecchiata, divorando, avidamente, tutto quella che contiene. Tirando a se la terra, porta alla bocca le città intere con la sue popolazioni intenta a fuggire.
Mentre le mani anteriori tirano la terra,
con le altre mani il mostro bombarda le città.
Sono bombe riempite di gas terribili.
Le bolle, che salgono verso il cielo o escono da nubi angoscianti,
addoloranti
rattristanti
irritanti
preoccupanti.
Quelle bolle hanno scritto dentro di loro le formule brute di vari composti che rilasciano con la loro esplosione, esse stanno indicando con quali gas vengono colpite le città,
in esse c’è la formula del metano,
dell’iprite o gas mostarda,
dell’esafluoruro di zolfo ( qui forse ha sbagliato la formula perché questo è un gas inerte, men tre dovrebbe essere la formula del tetrafluoruro di zolfo gas, tossico e corrosivo, che ha una formula molto simile).
dell’anidride carbonica (principale responsabile dell’effetto serra, causa dei mutamenti climatici)
del diossido d’azoto. (gas tossico)
Dietro le bombe, dietro i gas mortali, dietro le nubi tossiche, tra i fumi velenosi
una maschera anti gas… a chi servirà?
Il mostro divora la terra per possedere le sue ricchezze nascoste sotto di esse,
distrugge l’umanità per avidità di denaro e potere,
infatti nel tirare a se la terra coperta, scopre le sue ricchezze.
Ecco la popolazione, a cui l’autore da la forma della marionetta-pinocchio…
fuggire...e...e...e….e...e...
dalla desolazione,
dalla paura,
dal deserto,
dalla fame,
dalla morte sicura…
Ecco la popolazione, nella sua fuga vero la salvezza imbarcarsi su barconi insicuri.
Non sono barche con vele per governare il mare e il vento…
Non sono barche con motori potenti per solcare le onde sono imbarcati su brutti barconi in balia di mare tempestoso.
E qui ad aspettare i fuggitivi c’è un altro mostro, dalle sembianze di un enorme squalo.
Il mostro del mare ha la bocca spalancata ed intento ad ingoiare un barcone con tutti i suoi occupanti.
Il mostro divorerà, un ad uno tutti i barconi, essi non hanno via di fuga…
perché non sanno dove andare….
Quello che sto osservando è un lavoro disperato, un opera senza speranza…
perché i barconi non hanno una meta,
fuggono senza avere una terra dove andare,
non c’è nessuno ad accoglierli,
non c’è una nuova terra pronta ad ospitarli dove non ci sono mostri.
Una fuga della salvezza… senza salvezza.
Chi ricorda i padri pellegrini inglesi che fuggirono in America sulla Mayflower, a causa della persecuzione contro i puritani, o le navi cariche di ebrei in fuga dall’Europa verso la Palestina.
Fuggivano dall’odio verso una nuova terra…
ad accoglierli nella nuova terra trovarono i pacifici indiani o pellirossa,
che li aiutarono a sopravvivere nel primo inverno nella nuova terra,
che li aiutarono nel costruire la nuova città,
che li aiutarono nel coltivare la nuova terra,
che li aiutarono nel cacciare gli animale,
che li aiutarono nel pescare in nuovi mari e nuovi fiumi
che li aiutarono…. ad iniziare una nuova vita lontani dall’odio.
Ma i marionetta-pinocchi fuggono e basta…. non c’è salvezza, non c’è speranza.. c’è solo la disperazione dei fatti
Mi piacerebbe comunque sapere dall’ autore (Afromachia, e la firma che compare sull’opera) la scelta di raffigurare gli uomini come delle marionetta dalla sembianze di Pinocchio.
Se la marionetta potrebbe dare l’idea di una popolazione teleguidata da fili invisibile,
che lo cose sono decise a loro insaputa,
che non hanno autonomia
che sono subalterni alla volontà di misteriosi burattinai
così non si può dire di Pinocchio… anzi lui è proprio il
Pinocchio, taglia i fili della dipendenza,
i fili che guidano il burattino e si avventura per il mondo,
ribellandosi agli schemi e regole degli adulti e della coscienza collettiva.
Si comporta come fanno molti adolescenti fin dai tempi antichi,
si mettono alle spalle le regole e gli schemi degli adulti, alla ricerca di una propria identità.
Pinocchio paga di persona l’ esperienze positive o negative del suo percorso formativo, così come accade a molti adolescenti nel loro percorso di vita.